Amsterdam è la città che non ti aspetti.
Ci raccontano dei coffe shop, del quartiere a luci rosse e delle ragazze in vetrina, ma non raccontano delle sue acque, dei riflessi unici che creano e del loro brillare sotto il sole.
Di Amsterdam si racconta delle biciclette, della freneticità e della movida smisurata, ma non si racconta di quanto sia speciale sedersi in un bar nel quartiere moderno e vedere la vita quotidiana scorrere davanti ad un delizioso infuso alla menta.
Solo due giorni per viverla, un bus, un treno e ancora un altro bus per raggiungerla. C’è chi dice che si può girare tranquillamente in un giorno, ma credo che non basti una vita per conoscerne ogni angolo. Un concentrato di storia, arte, cibo, tradizione e contaminazione in una città dalle mille facce.
Il nostro percorso non è stato un classico tour a partire dalla stazione per inoltrarsi in centro. Avevo letto molto, studiato le migliori mete e cose da vedere. Avevamo segnato, durante il viaggio di andata sul bus, tutti i posti migliori dove mangiare e i cibi da provare ma, una volta arrivati, ci siamo immersi completamente nelle sue strade e ci siamo lasciati trasportare dai suoi canali, scoprendo passo dopo passo le sue bellezze, i suoi angoli insoliti e i suoi paesaggi da cartolina.
Siamo partiti da Wuppertal, città nel nord-ovest della Germania molto vicina al confine Olandese, dove attualmente vivo. Da qui abbiamo preso un treno che in poco più di mezz’ora ci ha portati a Dusseldorf. Abbiamo deciso di optare per un viaggio in bus con Flixbus perchè molto economico, pratico, comodo e con tutti i comfort tra i quali presa della corrente e Wi-Fi gratuita. Abbiamo utilizzato spesso i bus i questa azienda in Italia e, anche stavolta, ci siamo trovati benissimo.
Dopo 3 ore di viaggio, attraversando paesaggi verdi a perdita d’occhio tra la Germania e l’Olanda, finalmente siamo arrivati ad Amsterdam. La fermata d’arrivo di Flixbus non si trova alla Stazione Centrale (molto vicina del centro) ma ad Amsterdam Sloterdijk, leggermente spostato e a circa 5 km dal centro. Consigliamo di prendere un bus o un treno per raggiungere i quartieri principali, ne troverete vari e con una buona frequenza proprio nei dintorni. Come al solito noi amiamo camminare e non ci siamo fatti spaventare da questa distanza, ma è proprio qui che inizia la nostra avventura.
Dopo pochi km dalla partenza e a pochi minuti dal nostro arrivo ad Amsterdam siamo già riusciti a perderci. Si, nonostante maps e le nuove tecnologie, noi ancora ci facciamo trascinare dalle emozioni e ci perdiamo in vialetti sperduti o parchi immensi. La seconda opzione è proprio quella che ci è capitata: nella mappa vediamo un immenso parco, chiamato proprioSloterdijke decidiamo di attraversarlo per arrivare dall’altra parte ed addentrarci poi nelle vie del centro. Una volta dentro ci accorgiamo che più che un parco è un immenso villaggio fatto di casette di legno bianche, laghetti, fiumiciattoli, fiori, piante e salici piangenti.
Tutto sembra uscito da una fiaba, ci fermiamo ad ammirare questi angoli magici e immaginiamo una vita in relax in quei giardini senza tempo. Scattiamo qualche foto e catturiamo qualche video per poi finire rinchiusi in questo parco, circondato da un fiume e con pochissime uscite non segnalate. Dopo vari giri riusciamo a trovare una uscita e imbocchiamo la strada giusta, una lunghissima via sterrata da percorrere sotto il sole per poter raggiungere la terra promessa. E’ ormai 12 e noi non vediamo l’ora di arrivare in centro per mangiare un boccone. Dal verde dei parchi scorgiamo una enorme scritta Amsterdam: SIAMO ARRIVATI!
Da qui iniziamo a vedere le tipiche strutture olandesi, con le facciate color mattone e i tetti a punta con gradini. Il primo canale che incontriamo passa proprio tra le abitazioni, con un ragazzo che sopra una piccola barca ci invita a fare un giro. Continuiamo a camminare e ci ritroviamo nel quartiere DE PELPS, uno dei più alla moda della città. Qui l’atmosfera è rilassata, i bar molto curati, i ragazzi ben vestiti sorseggiano cocktail seduti su cuscini delle vetrine o sotto enormi ombrelloni adibiti all’esterno. Iniziamo a piccoli morsi ad assaporare il fascino della città per poi ritrovarci ad attraversare un canale in un ponte stracoLMo di fiori e sotto di noi battelli e barchette navigano lente sulle acque. E’ stato amore a prima vista.
Avrei voluto dedicare un giorno interno a ciascuno di questi angoli ma decidiamo di continuare a camminare per raggiungere il centro città e mangiare quello che è ormai stato eletto il cibo tipico ufficiale di Amsterdam: le patate fritte olandesi. Per caso passiamo proprio davanti al miglior negozio di patatine fritte di Amsterdam, Manneken Pis Amsterdam, davvero le più buone che io abbia mai mangiato in vita mia. Continuiamo la nostra camminata sgranocchiando patatine per le vie del centro per poi ritrovarci nel quartiere a Luci Rosse. Vicoli strettissimi, tantissimi turisti e donne in vetrina. Ma oltre a questo, proprio al centro di una piazza della zona, Chiesa Vecchia “De Oude Kerk“. Questo era il luogo di per un’attività che avevamo prenotato qualche settimana prima: il Free Walking Tour, una passeggiata per la città dove, a guidarci, sarebbero stati proprio dei ragazzi del luogo.Vi chiederete, ma non è fuori luogo una chiesa proprio nel quartiere della perdizione e della lussuria? Questo e molto altro c’è stato spiegato dalla nostra guida durante il nostro giro. Questa chiesa, infatti, veniva utilizzata dai marinai, che approdavano in città, per redimersi dai peccati commessi proprio a pochi passi più avanti. Dietro delle vetrine, infatti, si mostravano spigliate delle donne disponibili a far passare una notte di compagnia a questi uomini che stavano, per mesi, lontano da casa e in balia delle onde del mare senza vedere nemmeno l’ombra di una presenza femminile. Le lanterne rosse venivano, appunto, appese dagli uomini che entrando nelle case, le lasciavano fuori dall’uscio della porta. Questo ha fatto sì che queste luci rosse diventassero il simbolo di questo quartiere e, ancora oggi, si trovino al di fuori delle vetrine. Altro aneddoto divertente è quello delle luci blu. Passeggiando nel quartiere noterete, infatti, delle vetrine che hanno anche dei led di colore blu: questo stà ad identificare la presenza di una trans. Questa idea è nata per non creare spiacevoli malintesi a uomini che credevano di trovarsi davanti una donna e finivano poi per restare spiazzati.
Dal quartiere a luci rosse, poi, ci sostiamo al quartiere di China Town, una vera città dentro la città. Insegne con ideogrammi e templi buddisti si ergono in queste strade, vero simbolo della multietnicità di Amsterdam e della sua storia da città di mare. Negozi di alimentare davvero molto forniti offrono un’ampia scelta di cibi orientali, così come servizi da the e oggetti tipici. Non mancano, poi, ristoranti cinesi sempre pieni di turisti e ragazzi cinesi che vivono in città.
Il tour continua, poi, verso il Nieumarkt, una piazza dove si trova la pesa pubblica “Waag“, che è molto simile ad un castello con le torri ma in realtà è la più antica porta cittadina rimasta e testimonia la conformazione fortificata del periodo medievale. Mentre la ragazza olandese continua a spiegarci aneddoti riguardo quel luogo ci perdiamo nei mercatini agricolo artigianali che hanno luogo in questa piazza tutti i week end. Tra prodotti panificati artigianali tipici e oggetti particolari ci distraiamo un attimo per poi renderci conto che avevamo completamente perso il gruppo. Noi e altri due ragazzi cerchiamo di ricongiungerci al gruppo ma non riusciamo in nessun modo a trovarli (era più un running tour che un walking tour).
Sono le 14.00, abbiamo mangiato solo qualche patatina fritta e camminiamo da ore. Noi e gli altri ragazzi, decidiamo quindi di considerare conclusa l’esperienza del walking tour e di goderci il mercatino sgranocchiando dell’ananas fresco tra le mani e facendo qualche chiacchiera. Dopo qualche giro tra le bancarelle e fatti i primi acquisti (non ho perso tempo) ci sediamo ad uno dei tavolini dei locali che danno sulla piazza, godendoci qualche minuto di riposo e una visione diversa della città che vive. Mi godo profondamente il mio infuso alla menta fresca e miele, mentre Rob sorseggia una fresca Heineken, birra autoctona Olandese. Attorno a noi persone del luogo, rilassate, che da sole leggono un libro e sorseggiano infusi allo zenzero o bevande fresche.
Ricaricate le pile, continuiamo la scoperta passando per Kloveniersburgwal, di fronte alle più strette case di Amsterdam, famose per avere una facciata larga 2 metri. All’interno di queste case, infatti, allargando le braccia si possono toccare le sue pareti opposte, fatto che le rende, addirittura, le più strette del mondo. Non è stato di certo un esercizio di stile da parte dell’architetto, né un modo per raggiungere il Guinness World Record: ad Amsterdam il valore delle case è dato in base alla larghezza della facciata che si affaccia sul canale, potendo godere quindi di una vista meravigliosa sulle sue acque. Per pagare meno, quindi, i meno abbienti avrebbero costruito queste strettissime case, sacrificando un po’ di spazio per una vita vista Amsterdam.
Continuiamo il nostro giro passando tra biciclette, fiori e canali, approdiamo in una delle destinazioni che tanto sognavo nei giorni di preparazione prima di questo viaggio: il Bloemenmarkt, il mercato dei fiori galleggiante. In questa città, in cui acqua e fiori la fanno da padrone, non poteva che esistere un mercato pieno zeppo di tulipani e margherite ospitato proprio in una chiatta posta sul canale.
Una esperienza davvero da non perdere: è stato meraviglioso scegliere bulbi di tulipani con il profumo delle margherite che ci sovrastavano sopra le nostre teste. Souvenir di ogni tipo, ceramiche di Deft, fiori, piante e tutto il necessario per portare a casaun po’ della magia di questa città. Dall’altra parte della strada, una schiera di negozi tematici: un negozio sulla Marijuana, con accessori e ogni tipologia di oggetto a tema, un cheese shop con tanti formaggi tipici come il gouda e il maasdammer, con tante forme grandi e gialle, e caffetterie, tra i quali lo Starbucks. In una strada possiamo, quindi avere una visione, anche se stereotipata, di quello che è Amsterdam: simbolo dell’Olanda intera tra tulipani, fiori, ceramiche di Deft e cultura gastronomica come i suoi formaggi tipici, ma non solo. Città del mondo, è diventata negli anni patria della libertà, del divertimento senza confini e meta turistica da persone di tutto il mondo. Amsterdam tra tradizione locale e apertura al mondo e alla globalizzazione.
Prima di andare a poggiare i nostri bagagli e passiamo per Piazza Damm, la piazza principale, per poi raggiungere la stazione centrale. Sarete ora straniti. Si si, avete letto bene. Visti i soli due giorni di tempo e la nostra voglia di vivere l’essenza di questo Paese, abbiamo deciso di alloggiare a Zaandam, un paesino vicino ad Amsterdam, famoso per le sue tipiche case a punta verde e i suoi mulini. Abbiamo quindi optato per un AirBnb tra le viuzze di questo tranquillo paesino, in cui sembra che il tempo si sia fermato e dove le acque scorrono lente. Il tempo di rilassarci nella nostra casetta di paese e assaporato qualche momento in questo luogo magico, godendo di un tramonto mozzafiato riflesso tra questi canali e subito torniamo in città per una cena speciale. Abbiamo, infatti, organizzato questo viaggio ad Amsterdam per festeggiare 8 anni meravigliosi assieme. Ci immergiamo quindi ancora una volta tra le luci della città, godiamo dei riflessi dei colori tra le acque e godiamo di una cena “easy” tra bitter balls, insalata di avocado e Pulled Pork Burger, in uno dei tanti localini alternativi nelle viuzze del centro. Il cibo, ad Amsterdam, si fa internazionale e pieno di incursioni, come è la sua natura: l’Avocado è diventato talmento di tendenza che è stato creato il primo avocado bar d’Europa. Anche noi quindi abbiamo mangiato come i locali, tra tradizione, nuove mode e cibo street food.
Giorno 2.
Ci svegliamo con calma e dedichiamo tutta la nostra mattinata a Zaanse Schans e i suoi mulini (di cui vi parlerò in seguito), godendo della vera atmosfera olandese, il suo verde smisurato e le sue prelibatezze, il tutto fatto proprio come una volta. Dopo aver goduto dell’atmosfera olandese di una volta torniamo, poi, ad Amsterdam per vivere le ultime ore prima del ritorno a casa. Arriviamo alla stazione dei treni e, da lì, passiamo per Piazza Dam, la piazza principale della città. Qui si affacciano il Palazzo Reale, meraviglioso nei suoi interni eleganti e lussuosi, e laNieuwe Kerk, la chiesa nuova che fu eretta proprio in sostituzione a quella del quartiere a luci rosse. In questa piazza, inoltre, troviamo anche il Madame Tussauds,il famoso museo delle cere che, però, non avremo il tempo di visitare. Dopo una visita veloce alle strutture della piazza, ci inoltriamo nel centro città andando verso ilBloemenmarkt. Decidiamo, infatti, di mangiare in un localino lì vicino dove avevamo preso un caffè proprio il giorno prima. Il Café Havelaar è un piccolo café con i tavolini fuori e gli interni in legno. Serve prodotti tipici e semplici e, al suo interno, è possibile anche mangiare le patatine fritte olandesi dellaVlaams Friteshuis Vleminckx, una delle più famose della città che si trova proprio di fronte a questo café. Noi abbiamo optato per una zuppa del giorno (se vi trovate ad Amsterdam dovrete assolutamente provare e tipiche zuppe, sono deliziose) e delle bitterballs, tutto molto buono e a prezzi modici. Di passaggio abbiamo anche provato il famoso panino alle aringhe, molto particolare e dal sapore pungente, anche questo da provare.
Ultimo giro al mercato galleggiante per souvenir, bulbi di tulipani e le classiche matite (il mio must da portare a casa in ogni viaggio) e ci inoltriamo poi nel quartiere delle 9 stradine,De Negen Straatjes. Qui, infatti, si snodano 9 vicoli che vanno dal canalePrisengracht a Keizersgracht e Herengracht. Qui potrete trovare boutique particolari, vestiti unici e brand indipendenti. Non troverete i soliti brand come Zara o H&M: qui fare shopping è una ricerca alternativa della moda e di uno stile di vita diverso. Oggetti di tutti i tipi e per ogni necessità sia in fatto di stile che di portafoglio. Attraversato questo distretto ci dirigiamo verso l’Hard Rock café, per acquistare la maglia di rito e fare un giro nella piazza. Il locale, infatti, è situato in Max Euweplein, zona ricca di pub, ristoranti e attrazioni di ogni tipo e nel suo nome raccoglie il suo tratto distintivo. Questa piazza, infatti, è dedicata ad un famoso giocatore di scacchi e infatti al centro c’è proprio un’opera dedicata a lui: una scacchiera gigante dove i vecchi della città si sfidano nei pomeriggi di sole. E’ anche possibile sfidarli, chiedendo di fare una partita a scacchi, per chi si sentisse così bravo da battere i veterani. Fatto un salto all’Hard Rock, ci spostiamo poi verso ilRijksmuseum, ammiriamo la splendida piazza dove si affaccia anche il Van Gogh Museume diventata celebre per la Amsterdam Sign, una gigantesca scitta in 3D dove i turisti amano fotografarsi durante il loro viaggio. Purtroppo non abbiamo il tempo per visitare le opere prestigiose conservate dentro questi luoghi, ma lascio questa città con la promessa di ritornarci, per visitare i musei, dedicare più tempo ai parchi, perdermi nei suoi mercati locali e passare una serata nei quartieri più alternativi.
Un’ultima passeggiata a Voldelparkad ammirare la vita rilassata della domenica e a giocare con un coniglietto meraviglioso e ci dirigiamo verso la stazione per prendere il nostro bus di ritorno verso la Germania.
Due giorni non bastano per visitare Amsterdam, ma sicuramente bastano per farti innamorare di lei, la città dai mille liquidi specchi.